La scuola è finita, iniziano le vacanze! Quanti di voi sono già intenti a preparare la valigia per trasferirsi nella casa al mare? Sicuramente, mentre i bambini mettono in un angolo della camera i giochi da portare, i genitori pensano: “Ci sarà da pulire la casa appena arriviamo”. Ed ecco che il pensiero va ai ragni e alle ragnatele che, probabilmente, saranno in tutte le stanze, cucina compresa! A pensarci bene, bambini e adulti hanno spesso una gran paura dei ragni. Questa paura si chiama aracnofobia, una parola che deriva dall’unione del termine greco aracne, cioè ragno, e del termine fobos, cioè paura.

Ma sapevate che Aracne era anche il nome della fanciulla che lanciò una sfida alla dea Atena? Ecco, oggi vi racconteremo il mito di Aracne.

C’era una volta una graziosa fanciulla di nome Aracne, che viveva in Lidia, un’antica regione dell’Asia minore. Aracne era una tessitrice, figlia del famoso tintore Idmone, ed era molto conosciuta in tutto il mondo per la sua bravura nel tessere. Le sue creazioni erano, infatti, di una bellezza unica. Aracne era così tanto orgogliosa della sua bravura che un giorno disse che neppure la dea Atena, anche lei famosa per la sua abilità di tessitrice, sarebbe stata capace di tessere come lei. Appena saputo quanto aveva detto Aracne, la Dea, offesa e arrabbiata, si presentò davanti la porta di casa sua travestita da vecchia vagabonda così da non essere riconosciuta. Atena allora disse ad Aracne: “Fanciulla, ieri ho ascoltato le tue parole, ma credo tu abbia esagerato: nessuno può competere con le divinità. Certamente sei la più grande tessitrice tra tutte le tessitrici del mondo, ma non dovresti sfidare gli dei”. “Al contrario”, rispose Aracne, posando la tela a cui stava lavorando “se la dea Atena pensa di essere più brava di me, dovrebbe farsi viva e sfidarmi. O forse è anche una vigliacca?”. Atena, nell’udire queste parole lasciò cadere le vesti da vecchia e si rivelò alla fanciulla: “Dichiaro aperta la sfida! Ci sfideremo in una gara di tessitura”, disse. Una di fronte all’altra Atena ed Aracne iniziarono a tessere le loro tele.                               

Atena ricamò sulla sua tela le grandi imprese da lei compiute, mentre Aracne raffigurò gli dei, i loro amori, le loro colpe, i loro inganni. Quando le due tele furono completate, Atena, vedendo attentamente la tela di Aracne, dovette ammettere che aveva una bellezza unica, mai vista prima: tutti i colori erano vivaci e brillanti e gli dei raffigurati sembravano quasi reali.

Atena però, non tollerando la sconfitta, afferrò con rabbia la tela di Aracne e la strappò in mille pezzi. Aracne, impaurita dalla reazione della dea, scappò via, ma Atena la raggiunse e le disse: “Se tessere ti piace così tanto, ti accontenterò”. Poi, versandole addosso un miscuglio di erbe magiche, la trasformò in un gigantesco ragno. Da quel giorno Aracne non fa altro che tessere la sua tela a testa in giù!

 

Valentina