“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza“.
Sono passati poco meno di settecento anni da quando Dante, nel XXVI canto dell’Inferno, fa dire a Ulisse queste parole. Eppure, le stesse, sono quanto mai attuali.
A riportarci in questo baratro di ignoranza la vicenda che vede protagonista Giorgia Meloni con il responsabile delle comunicazioni di Fratelli d’Italia, Mollicone, rivoltatisi contro il direttore del Museo egizio di Torino, Christian Greco.
Il Museo Egizio di Torino è tra i più importanti musei al mondo, e tra quelli di antichità egizie, è secondo solo a quello del Cairo. Ad oggi è ai primi posti nelle classifiche dei musei più visitati d’Italia. Nel pieno di una confusione politica, ma soprattutto culturale, la Meloni ha ben pensato di organizzare una protesta proprio davanti all’egizio di Torino. Pietra dello scandalo l’iniziativa ‘Fortunato chi parla arabo’. Il direttore Greco è intervenuto per spiegare pacatamente questa e altre iniziative, e per ricordare che la cultura è universale. Ma se le accuse di razzismo verso gli italiani vi sono sembrate poca cosa, ecco a voi la nota di Mollicone: “Una volta al governo Fratelli d’Italia attuerà uno spoil system automatico per tutti i ruoli di nomina”. In questo, però, hanno dimostrato quanto poco sanno di quello di cui parlano. Il museo egizio di Torino fa riferimento alla Fondazione Museo delle Antichità Egizie, il governo, quindi, non può intervenire direttamente per rimuovere il direttore.
La faccenda, aberrante e ai limiti della credibilità, lascia scioccati. La propaganda politica non può e non deve diventare sciacallaggio e strumentalizzazione. Soprattutto in questo momento storico. La cultura è di tutti, senza alcuna distinzione. Ci avvicina alle nostre radici e ci proietta nel futuro. Se attentiamo ad essa, attentiamo a noi stessi, a tutti, nessuno escluso.
Arcadia, che da anni si impegna per avvicinare grandi e piccini alle radici culturali che sono l’essenza stessa dei nostri giorni, esprime piena solidarietà al direttore Christian Greco.