21 Aprile del 753 avanti Cristo, questa è la data attribuita tradizionalmente alla fondazione da parte di Romolo di una nuova città, segnata da un confine sacro e destinata nei secoli futuri a diventare eterna: è la nascita di Roma. A distanza di 2770 anni ancora celebriamo questo avvenimento, nel quale si uniscono elementi mitologici e leggendari (Romolo era figlio di Marte e discendente di Venere) a dati storici e archeologici di notevole importanza, come la scoperta della Regia, l’antica dimora del Re di Roma nel Foro romano, o l’individuazione di alcuni tratti del Pomerio, il tracciato che limitava originariamente la città entro un preciso perimetro sul colle Palatino (la cosiddetta Roma quadrata), oltre alle tracce dell’ esistenza di un sepolcro di Romolo: tutti particolari che accendono il dibattito sull’origine di Roma e mantengono sottile e permeabile il confine tra storia e leggenda.
Non vi è dubbio sul valore che avesse tale data per i Romani, calcolata per primo dallo scrittore Marco Terenzio Varrone e utilizzata dallo storico Tito Livio, celebrata col nome di Dies Romana a partire dal 47 d.C., in occasione degli 800 anni della città, dall’imperatore Claudio. Evidentemente la festa aveva grande valore ideologico e propagandistico per la politica imperiale, tanto che i successori di Claudio ne mantennero la tradizione: Antonino Pio celebrò il novecentesimo anniversario e in occasione dei 1000 anni dell’Urbe, il 248 d.C., Filippo l’Arabo fece coniare una speciale moneta celebrativa con l’anno 1001 Ab Urbe Condita. In epoca moderna sono tornati i festeggiamenti dopo l’oblio seguito alla fine dell’impero romano, segno di una volontà di mantenere viva la storia e la tradizione antica da tramandare al futuro.