Viareggio, Venezia, Rio de Janeiro, sono le città che rappresentano per eccellenza il Carnevale, ma niente a che vedere ovviamente con Roma, dove tutto ha avuto inizio.
Questa festa tipica del Cristianesimo, caratterizzata da travestimenti e scherzi liberatori in attesa del digiuno quaresimale (“carnem levare“) sembra infatti ispirarsi alle antiche celebrazioni romane dei Saturnalia, benché queste ultime si svolgessero in tutt’altro periodo (a dicembre): regnava il disordine e gli schiavi potevano essere, anche se per pochi giorni, potenti come imperatori, e i padroni diventare schiavi!

Dal Medioevo il luogo privilegiato per i festeggiamenti divenne il monte Testaccio: vi si svolgevano dal XIII secolo giostre e duelli, il tutto sotto il beneplacito del papa, sempre presente. Nel Rinascimento fu proprio un pontefice, Paolo II, a dare nuovo lustro al Carnevale, spostando il luogo dei festeggiamenti in pieno centro urbano, a piazza del Popolo, da cui partiva una grande gara che coinvolgeva tutti i romani, dal momento che erano previsti ricchissimi premi in palio: il tragitto della corsa continuava verso Piazza Venezia lungo quella strada che sarebbe stata ribattezzata, per l’appunto, Via del Corso. La festa era occasione per i nobili di sfoggiare la propria ricchezza, nel cuore di Roma sfilavano carri e maschere popolari (Rugantino, Meo Patacca) come in un vero e proprio teatro all’aperto, ma il momento più atteso era la corsa dei magnifici cavalli bàrberi lungo Via del Corso.

Le cronache raccontano anche di incidenti e occasionalmente morti, dovuti soprattutto all’uso di allestire spettacoli pirotecnici, proprio per questo a partire dal 1870 i nuovi sovrani Savoia proibiranno tali esibizioni nella nuova capitale del Regno d’Italia, ciononostante lo spirito e la tradizione del Carnevale romano, per quanto assopito, non si è mai del tutto spento, sopravvivendo attraverso la tradizione e l’arte, soprattutto teatrale.

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